Una nazione di 12.000 anni fa
le storie di Abramo, Isacco, Giacobbe, tra la terra di Ur e la Palestina. Ma nulla del testo biblico originale
lascia intendere che quanto raccontato relativamente alle storie dei patriarchi, da Adamo a Noè, sia
avvenuto davvero nell’antica mesopotamia, terra di Sumer.
Se poi prendiamo per vere le indicazioni anagrafiche di protagonisti quali Enoch, Matusalemme e lo stesso
Noè arriviamo a un’epoca lontana, durante la quale il clima terrestre era ancora caratterizzato dalla
glaciazione di Wurm, più di 12.000 anni fa.
A quel tempo la pesante coltre di ghiaccio che ricopriva i poli determinava una linea costiera molto più
bassa di quella attuale; gran parte dell’acqua era infatti concentrata nelle calotte polari e la zone dell’attuale
Mar Nero, che nel proseguio dell’articolo diventerà di rilevante importanza, era sgombra da acque e
caratterizzata da una depressione geologica con al centro un lago, presumibilmente di acqua dolce.
L’inondazione del Mar Nero come evento storico è stato dimostrato dalle scoperte di Walter
Pitman, geofisico del Lamont-Doherty Earth Observatory, a Pasadena: "In quel periodo io e Bill
Ryanstavamo collaborando con un gruppo di ricercatori: John Frederick Dewey, Maria Cita, Ken Shu e altri",racconta Pitman in un'intervista.
« Alcuni di loro avevano da poco scoperto che cinque milioni di anni fa il Mar Mediterraneo si era
completamente seccato, e si inondò successivamente in modo catastrofico. Durante una conversazione, Dewey ci domandò se questo evento potesse essere all’origine della leggenda sul diluvio universale.
Naturalmente ci mettemmo a ridere, perché cinque milioni di anni fa non c’erano uomini che avrebbero potuto raccontarlo! Ma cominciammo a discutere se un evento simile, cioè l’allagamento di un bacino prosciugato a causa di un incremento del livello del mare, fosse potuto accadere alla fine
dell’ultima glaciazione, fra 20.000 e 4.000 anni fa. In questo periodo il livello del mare crebbe di circa120 metri, ed è possibile che ci fosse qualche bacino marginale che si era prosciugato, e che il mare avesse potuto superare qualche passaggio e inondarlo. »
Ed ecco l'ipotesi avanzata da Pitman e collaboratori. Proprio all'inizio di questa epoca sarebbe avvenuta infatti una catastrofe epocale: il sommergimento delle coste del Mar Nero. Pare che, attorno al 5000 a.C., il Mar Nero fosse isolato dal resto del Mar Mediterraneo, che fosse riempito di acqua dolce e che il suo livello fosse anche 100 metri al di sotto di quello dei mari salati del pianeta.
Logico pensare che sulle sponde di un lago d'acqua dolce così vasto siano fiorite diverse comunità
protostoriche. Ma, appunto a un certo punto, sarebbe ceduta la diga naturale in corrispondenza
dell'attuale Bosforo, che isolava il Mar Nero dal Mar Mediterraneo salato: un'immensa cascata si sarebbe riversata nel lago, il cui livello si sarebbe sollevato con estrema rapidità, sommergendo tutti gli abitati umani.
La storiografia descrive le prime società umane antecedenti alla fine dell’ultimo periodo glaciale come primitive e dedite alla raccolta e alla caccia non essendosi ancora realizzata la cosiddetta ‘rivoluzione agricola’. Ma sono quelle stesse società che avrebbero eretto complessi megalitici giunti fino a noi come Gobekli Tepe in Turchia, i Nuraghe in Sardegna e, se retrodatiamo la datazione delle costruzioni della piana di Giza come molti asseriscono, anche le Piramidi e la Sfinge. Senza dimenticare le tanto discusse Piramidi di Visoko.
Il ruolo e l’importanza storica di Gobekli Tepe, Kiziltepe e le più recenti scoperte, sempre alle pendici montuose del complesso montuoso dell’Ararat, del sito di Karahan Tepe, a 63 km a est di Urfa, anch’esso risalente a più di 10.000 anni fa con pilastri a T e decorazioni molto simili a quelle di Gobekli Tepe. Quello stesso Ararat dove la Bibbia racconta essersi arenata l’arca di Noè. Forse non proveniva da sud, forse arrivava dal Nord, dalla regione del Mar Nero, ove si era insediata e sviluppata una civiltà urbana più evoluta degli standard che la storia classica è solita applicare al periodo storico pre-glaciale.
Possiamo pensare di trovarci dinanzi a una grande nazione di oltre 12.000 anni fa, la cui influenza si estendeva in tutto il Mediterraneo e l’area medio-orientale. Una nazione le cui vicende e i personaggi sono entrati nei miti e nelle leggende di tutti i popoli antichi dell’area, a partire dai Sumeri in avanti fino ai semi-dei della mitologia greco-romana.
Una nazione che forse non si è limitata a ispirare i miti antichi, ma che forse ha contribuito concretamente a trasferire alcune delle proprie conoscenze e competenze per fornire ai primi gruppi sociali umani, ancora allo stato tribale e dediti alla caccia e alla raccolta la possibilità di realizzare le prime società urbane organizzate, come appunto a Gobekli Tepe. E quale miglior posto per iniziare se non nei pressi di quegli stessi grandi agglomerati urbani che caratterizzavano e dominavano la vita politico-sociale-economica e religiosa dell’impero spazzato via dalla forza del diluvio.
Ecco fiorire le prime culture urbane alle pendici del monte Ararat, nelle valli dell’Eufrate, nella piana di Giza, ovvero laddove esistevano in precedenza i centri urbani di quella nazione, che non indugio a chiamare Atlantide, grazie alla quale tutto ebbe origine durante quel momento storico che identifico nelle mie ricerche come “Rinascita”. Quella stessa Atlantide che i sacerdoti di Sais dicevano dominare il mondo allora conosciuto e da cui Platone trasse ispirazione per i suoi dialoghi, collocandola al di là delle colonne d’Ercole.
Allora come collegare l’Atlantide platonica nel cuore dell’Oceano Atlantico con questa grande nazione che dominava la regione a cavallo tra l’europa e il medio-oriente, estendendosi dai balcani fino alla valle dell’Indo?
Ciò accade se cadiamo nell’errore di cercare di identificare Atlantide in un luogo ben preciso e circostanziato. Atlantide, nella mia visione del mondo antico corrispondeva a una superpotenza globale, le cui vestigia possono essere ritrovate sia al di qua dell’Atlantico, appunto nei siti citati precedentemente, come al di là dell’oceano, in mesoamerica, come a Tihuanaco o a Puma Punku che se osserviamo bene, molte analogie ha con Gobekli Tepe.
Una superpotenza poteva benissimo essere composta da più nazioni, forse anche asservite all’impero coloniale atlantideo la cui base poteva essere situata nei caraibi, formanti una regione insulare unica, sempre in virtù del livello del mare significativamente più basso di quello di oggi. Una di queste nazioni potrebbe essere quella indo-europea semitica la cui area di influenza spaziava da Mohenjo-Daro nella valle dell’Indo fino alla Sardegna dei nuraghe, la cui architettura sembra richiamare quella di Gobekli Tepe.
Architettura Nuraghe Architettura del Tempio di Gobekli Tepe.
Non è impossibile ipotizzare che la capitale di questa grande ed evoluta nazione, colonia di Atlantide nell’area, fosse stata edificata in un tempo molto remoto, nell’area depressiva del Mar Nero e che una volta che tutto andò perduto dopo l’improvviso scioglimento dei ghiacci che distrusse completamente tutto il mondo civilizzato dell’epoca i superstiti dovettero ricominciare da zero.
Ed ecco l’inizio della “Rinascita”, ovvero del trasferimento delle conoscenze tecnologiche, ma soprattutto sociali, alle comunità tribali umane che giravano nella zona. Agricoltura, scrittura, astronomia, economia,politica e un corpo di leggi: le prime società andavano formandosi e, più queste si ampliavano più i superstiti di Atlantide andavano ritirandosi…
Il perché di questo apparentemente illogico motivo è un’altra storia e va ricercata nelle ragioni della fondazione di Atlantide e forse ancora prima, nelle origini del genere umano…
Scritto da Paolo Brega, Progetto Atlanticus, Anno 2012
http://progettoatlanticus.blogspot.it